Da appassionata studiosa del gioiello mi piace sottolineare che le tappe di una storia d’amore sono sempre segnate da un anello. Non deve essere necessariamente costoso ma deve essere fatto di materiale prezioso. L’anello di fidanzamento può avere una gemma (mi raccomando simbolica!, il colore e le gemme hanno un simbolismo bellissimo e profondo) mentre la fede è, in genere, più convenzionale. Volete sapere la mia? Per amore di originalità non rinuncerei al bellissimo simbolismo dell’oro e del cerchio. Entrambe le cose significano eternità, l’oro perché materiale solare magico eternamente uguale a se stesso e il cerchio perché, come forma geometrica che non ha né inizio né fine, più di ogni altra figura chiusa evoca la ciclicità.

L’anello di fidanzamento, invece, può e dovrebbe essere di qualunque materiale. E’ stata una ben nota compagnia di diamanti, con la trovata pubblicitaria: “un diamante è per sempre”, a suggerirlo come tappa obbligata del dialogo sentimentale ma, a pensarci bene, un fidanzamento non deve essere eterno, un fidanzamento deve essere una seria proposta d’amore. E allora via libera ai rubini simboli di passione infuocata, agli smeraldi emblemi di piacere e bellezza, agli zaffiri portatori di celestiali beatitudini e via discorrendo. Anche il metallo non è irrilevante anche l’argento (o il raro platino), segnale di pulizia e onestà, ha un suo senso. Eviterei invece la bigiotteria anche se di altissima qualità, simbolicamente toglierebbe ogni reale impegno a ciò che invece rappresenta l’impegno stesso. Alle gemme, poi, si può sostituire o aggiungere un motivo decorativo ad hoc come l’àncora (sono arrivata al mio porto), l’edera (dove mi attacco muoio), la rosa (amore e bellezza), il nodo (il nostro amore è un nodo indissolubile) e mille altri. Cari futuri sposi tenete presente che la fantasia in queste occasioni è quella virtù che fa la differenza fra un gesto banale, fatto per dovere, e uno slancio autentico e più in generale fra cliché e personalità.