Sapete, sono sempre stata convinta di una cosa: non c’è fascino senza mistero! E, aggiungerei, non c’è mistero se l’esperienza visiva può concludersi con un unico sguardo. Il fascino di villa Malaguzzi nasce dal mistero creato dal muro di cinta e dal verde del giardino che a tratti nasconde e a tratti rivela la struttura dell’edificio. Ciò che si intravede non delude anzi invita alla scoperta dei numerosissimi particolari curiosi e interessanti, talora divertenti che si mostrano solo all’occhio attento. Un esempio sono le meridiane che ornano la facciata sul giardino e quella su via Laffranchini.

Fino ad epoche non troppo remote l’orologio era un raro e prezioso accessorio consentito solo a chi aveva impegni e responsabilità, tutti gli altri dovevano regolarsi con la posizione del sole. Spettava al campanile della chiesa parrocchiale e ai municipi comunicare l’ora democraticamente mediante orologi a lancette o meridiane solari. Solo dunque gli edifici di riconosciuto rilievo sociale vantavano il privilegio di ‘possedere’ e ‘donare’ il tempo. Villa Malaguzzi ne possiede due: la prima, recentemente restaurata, conserva l’originale aspetto settecentesco e il motto rimato:

la casa malaguzza per suo amore

detta in quest’horologgio a tutti l’hore

Sinceramente non so se davvero l’ora indicata dallo gnomone sia corretta ma ho sempre trovato interessante e un po’ bizzarra l’idea che comunicare l’ora potesse essere considerato un segno di generosità nei confronti del prossimo. Forse più che altro rappresentava un ribadire un’autorità, giustificata dalla magnificenza dell’edificio.

La seconda meridiana ha l’aspetto moderno e la grafica elegante conferiti da un restauro voluto da mio padre negli anni ottanta. So per certo che questo orologio solare è esatto ma è stato cancellato il motto che recitava:

mentre tutte l’hore il tempo fugge

ogni tuo poter sempre distrugge

Mi sono a lungo interrogata sul perché mio padre in genere così rispettoso delle tradizioni non avesse voluto che i due versi di accompagnamento fossero riscritti…L’unica spiegazione plausibile è che non volesse ricordare al mondo che la corsa del tempo travolge e distrugge. Penso che preferisse vedere nel tempo ciò che mettere ordine nelle azioni e nella vita dell’uomo piuttosto che ciò che ne sancisce la fine.