Una volta il rosa sbiadito del portone doveva essere molto più intenso.Sono passati circa duecento anni da quando è stato montato. Per l’epoca, era una vera chiusura di sicurezza capace di impedire visite sgradite ma soprattutto di assicurare agli abitanti una privacy assoluta. Talmente ermetica appare la chiusura che spesso, varcato il portone vedo lo stupore dipingersi sul volto dei visitatori, nulla di quell’ingresso permette di immaginare gli spazi interni.

Ciò che dà respiro alla facciata è la corte d’onore, bordata di rigogliose ortensie di tutte le sfumature del rosa da cui si accede al giardino, un vero orto di delizie. Lo rende speciale il contrasto fra la vasca bordata dalla siepe di bosso, stile giardino all’italiana, e il boschetto all’inglese che la circonda.

Segue tutta la lunghezza della corte un’aiuola ricchissima di doni in ogni stagione. Comincia in marzo con narcisi e giacinti e tulipani per poi riempirsi di rose di ogni colore, bellissime e simbolicissime. Portano il messaggio della dea Venere un messaggio di amore, di bellezza e di piacere in pieno accordo con l’atmosfera della. Un arco coperto di gelsomino rampicante invita a salire i gradini e a percorerre tutto il vialetto che costeggia il muro di cinta all’ombra di allori, palme, pini giganteschi, canne e noccioli. villa. Non so chi nel Settecento ha deciso di piantare le canne palustri ma so per certo che hanno attecchito benissimo. Pur non particolarmente rare o esotiche le canne portano con sé il fascino dell’acqua lacustre, posseggono un’eleganza semplice ma personale. Nel boschetto hanno preso dimora numerosi cinguettanti uccellini che in un via vai continuo popolano la loro oasi con il favore della fitta vegetazione.

Fra le specie vegetali più singolari che si incontrano percorrendo il vialetto ci sono le palme. Ignoro quale dei miei antenati abbia preso l’iniziativa di piantare questi emblemi della vegetazione mediterranea in un giardino pedemontano e soprattutto accanto ad un pino secolare! Una foto degli anni ’30 fatta ad un gruppo di cugini di mio padre mostra già chiaramente la presenza della macchia esotica nel giardino. Nonostante il contrasto non stanno affatto male, verdi e rigogliose svettano in ottima salute e si stanno addirittura propagando, ho trovato nuovi germogli nell’angolo opposto del giardino evidentemente portati dal vento. Al di là di ogni considerazione estetica mi piace vedere la loro presenza dall’angolazione simbolica: la palma è emblema di vittoria e, nel simbolismo cristiano, rappresenta il primato dello spirito sulla materia.