Spesso la location è provvista di catering interno in grado di provvedere al ricevimento. Questo rende le cose apparentemente più semplici: gli sposi che visitano la location possono decidere il menù e il tipo di banchetto su due piedi. Anche il preventivo è unico e la sensazione di efficienza e forse anche di risparmiare qualcosa sembrerebbe maggiore, ma siamo sicuri che ciò che appare corrisponda davvero alla realtà?

Quando una dimora storica (esempio non casuale) si ‘sposa’ con un catering fisso è destinata a perdere (ahimé) parte della sua caratteristica di residenza e con essa del suo fascino, il fascino discreto e impalpabile del privato che solo i luoghi realmente abitati riescono a conservare. In poche parole diventa essa stessa un ristorante, esclusivo ma pur sempre un ristorante nel quale cibo e allestimenti tendono a diventare standard e con essi gli eventi assumono coreografie simili.

Chi sceglie una dimora storica più o meno consapevolmente lo fa perché cerca l’unicità, la location unica sottolinea l’unicità della coppia che la sceglie.

Il mio consiglio? Optate per un luogo ove il catering sia libero, vi permetterà una personalizzazione completa dell’evento non solo sul piano gastronomico ma anche e soprattutto su quello scenografico. Nei ricevimenti svolti a villa Malaguzzi, ho visto io stessa come ogni professionista abbia un suo modo di ‘usare’ e ‘traformare’ la casa in teatro delle feste, un suo criterio nell’allestirne e destinarne le sale permettendo alle coppie di esprimere il loro gusto facendo del loro ricevimento una festa diversa da tutte le altre.